Natalie (Rebel Wilson) è un architetto che conduce una vita monotona in una New York frenetica. Lucida e disincantata, non crede nell’amore, o meglio nelle commedie romantiche come Pretty Woman o Notting Hill che fanno sognare milioni di donne con storie d’amore a lieto fine, ma la sua visione del mondo è destinata a cambiare: un malintenzionato cerca di derubarla nella metropolitana e lei, nel tentativo di sfuggirgli, sbatte violentemente la testa contro un pilastro. Al suo risveglio scopre che la sua vita è diventata ciò che ha sempre detestato: una commedia romantica. Come fare per uscire da quell’”incubo” e ritornare alla realtà?
Todd Strauss-Schulson (A Very Harold & Kumar 3D Christmas, The Final Girls) dirige un film, scritto da Erin Cardillo (The Truth, Significant Mother), che con apparente leggerezza capovolge il classico canone della commedia romantica. Partendo dai cliché offerti da molte pellicole appartenenti al genere racconta la storia di Natalie, una donna come tante e molto simile a noi nei suoi drammi quotidiani, che anziché aspirare ad una romantica storia d’amore cerca di sfuggirgli. Infatti a nulla valgono gli irriducibili sforzi di Josh (Adam DeVine), suo collega di studio, che per lungo tempo la corteggia e cerca di invitarla ad un appuntamento. Nat è “cieca”, minimizza le attenzioni che le rivolge il ragazzo e nonostante egli abbia occhi solo per lei quando lo sorprende a guardare in direzione della sua scrivania pensa che stia ammirando la pubblicità affissa nel palazzo di fronte, raffigurante una bellissima modella.
La perseveranza di Natalie a non accettare alcun tipo di sentimentalismo potrebbe sembrare strano: chi, almeno una volta, non ha mai sognato una fiaba d’amore guardando Il matrimonio del mio migliore amico oppure 30 anni in un secondo? La stessa Nat non è sempre stata insensibile al romanticismo: il film si apre sulle note dell’ormai iconica canzone di Roy Orbinson mostrandoci una piccola Natalie catturata dalla magia di Pretty Woman, proiettato in un piccolo televisore a tubo catodico. L’incantesimo è di breve durata e si spezza a causa delle ciniche parole della madre che l’ammonisce circa il suo futuro: non ha nessuna speranza di vivere una storia come quella di Vivian, la protagonista del film, e potrà ritenersi fortunata se qualcuno vorrà sposarla per ottenere la green card. Ecco che la bambina cambia prospettiva e da grande serba pronta una filippica per ogni rom-com.
La verità, come sempre, sta nel mezzo, e se è vero che fiabe come quella del film di Garry Marshal possono essere considerate dei miracoli, nondimeno anche la realtà può regalare gioie. Natalie infatti, nella sua disperata fuga da quella New York profumata e rosa, troverà un equilibrio tra il sogno ispirato dai film e la realtà della vita quotidiana, riscoprirà sé stessa, imparerà ad amarsi e ad essere più ottimista, aperta verso il futuro. Durante l’ora e mezza circa di proiezione non si avverte mai una sensazione di tensione e un “jukebox narrativo” scandisce il ritmo sulle parole di canzoni come “I Wanna Dance With Somebody” e “ A Thousand Miles” mentre è riservato poco spazio ai personaggi, perlopiù stereotipati, ridotti a tipi piuttosto che caratteri. Il ragazzo bello, ricco e di successo (Liam Hemsworth), la collega rivale (Betty Gilpin), l’amico gay (Brandon Scott Jones), la rivale in amore (Priyanka Chopra), pur impersonati da bravissimi attori calcano la scena per troppo poco tempo, o almeno si ha questa impressione, ed è un peccato perché con scene aggiuntive si avrebbe avuto la possibilità di approfondire i loro personaggi.
In ogni caso la divertente satira delle commedie romantiche che funge da filo conduttore del film strappa più di un sorriso e la pellicola non è mai noiosa, anzi senza neppure rendersene conto si giunge all’ultima scena. Del resto gran parte del film è ambientato in un sogno e si sa, i sogni svaniscono in fretta.