Il giorno prima ci sono i Beatles. John, Paul, George, Ringo, Abbey Road, il White Album, She Loves You, Let It Be, Hey Jude. Il giorno dopo, nulla di tutto questo è mai esistito. Un blackout mondiale di dodici secondi cancella dodici album di una band che, partita da Liverpool circa sessant’anni fa, è arrivata a conquistare l’intero pianeta con i loro indimenticabili brani. E Jack Malik (Himesh Patel), ahilui, si è ritrovato nella scomoda posizione di essere l’unico a ricordare tutto – o quasi – del gruppo più grande della storia della musica. Spetta a lui quindi diffondere il verbo dei Beatles, anche se l’idea di spacciare tutto il loro repertorio per suo non è solo allettante, bensì l’occasione della sua vita artistica, fino a quel momento fallimentare. Cosa fare?

Ultimo dei film-tributi ai grandi musicisti del passato a uscire in Italia (dopo Bohemian Rhapsody per i Queen, Rocketman per Elton John e Blinded By The Light per Bruce Springsteen), Yesterday gioca e scherza con il pubblico nel creare un universo alternativo in cui i Fab Four non sono mai esistiti (assurdo, vero?), offrendo una tipica commedia romantica all’inglese (d’altronde lo sceneggiatore, Richard Curtis, è la mente dietro Mr. Bean e Quattro Matrimoni e un Funerale) che strappa più di una risata sincera e che fa uscire dalla sala più che soddisfatti. C’è anche da dire che il regista di Trainspotting vuole vincere facile: non si possono non canticchiare brani come She Loves You o A Hard Day’s Night, come non si può discutere sull’indubbia bravura di un cast giovane e squisitamente british, come ad esempio l’interesse amoroso di Malik, la bellissima Ellie (Lily James in una delle sue performance più convincenti), maestra che per anni ha sognato l’amore vero, ma che si è ritrovata nella “colonna” sbagliata.

Certo, la trama romantica di Yesterday non brilla in quanto a originalità, anzi: la struttura è quella già vista e stravista di due ragazzi che si rincorrono per quasi due ore, costretti a dover sempre tra amore a carriera, ciechi di fronte ai loro veri sentimenti. Ciononostante il film è fresco e movimentato, condito dall’apporto di numerosi personaggi secondari – alcuni riuscitissimi, altri decisamente meno. Basti pensare al ruolo di Ed Sheeran, cantautore che sa prendersi in giro e che all’occasione si rivela meravigliosamente esilarante; meno accattivante la performance comica di Kate McKinnon nelle vesti di una produttrice discografica esageratamente esasperata nella sua totale ossessione per il successo e il denaro. Certo, qualche risatina la strappa, ma poi si ha la sensazione che Yesterday, da film tributo ai Beatles, diventi un’opera che accusa blandamente l’industria musicale contemporanea, pronta a cambiare titoli e testi perché le ricerche di mercato hanno sentenziato che “dude” sia meglio di “Jude”.

A quel punto, la domanda di fondo diventa: cosa sarebbe successo se la band più famosa di sempre fosse nata oggi? Un quesito troppo grande per un film come questo, che preferisce rispondere nel modo più sicuro e leggero possibile: con una chitarra, un microfono e mille voci in coro.