Toy Story è uno di quei classici d’animazione con cui sono cresciuti tantissimi bambini. Andy, il protagonista del film, è divenuto adulto nel corso degli anni e alla fine del terzo capitolo i piccoli spettatori, divenuti grandi anche loro, hanno dovuto dirgli addio e vederlo partire per il college. I suoi giocattoli, in seguito, sono arrivati nella cameretta di Bonnie (Madeleine McGraw). Ed è da qui che riparte la storia.

Nel 2019 una saga iniziata nel 1995 è finalmente pronta a rinnovarsi, attraverso una piccola rivoluzione della trama, della storia e persino dei personaggi. Woody (Tom Hanks) non è più il giocattolo preferito della sua bambina, che invece adora Jessie (Joan Cusack) ma soprattutto Forky (Tony Hale), costruito il primo giorno di asilo con della spazzatura. Ed è lì che l’utensile aspira a ritornare. Un’occasione d’oro per Woody il quale, indirettamente, potrà tornare a far felice Bonnie: tenere “in vita” e al sicuro Forky diverrà il suo modo per continuare a portare avanti la sua missione di sempre, ovvero essere leale e di conforto per il suo proprietario.

Il vero cambiamento della storia, però, è legato al ritorno di uno dei personaggi meno sfruttati nel corso degli anni: Bo Peep (Annie Potts). Anche Toy Story, quindi, viene sottoposto a una rilettura in chiave femminista. Un primo assaggio di questi temi lo avevamo già avuto nel secondo capitolo del 1999 con l’introduzione di Jessie, confinata, però, al ruolo di spalla del cowboy e dello Space Ranger Buzz (Tim Allen). Ma è soltanto nel quarto capitolo che un personaggio femminile diviene protagonista, in maniera coerente e verosimile rispetto alla narrazione: Bo Peep si rivelerà essere forte e sicura di sé, pronta ad aiutare gli altri nella sua nuova veste di “giocattolo smarrito”, esattamente come aveva fatto con la sorellina di Andy. Nessuna trovata forzata, quindi, come invece è avvenuto in moltissimi live action Disney, in cui trama e protagoniste sono state stravolte per aderire a una delle tematiche tornate alla ribalta negli ultimi anni. Ed anche Jessie riesce a prendersi il giusto spazio, divenendo lo sceriffo della compagnia di giocattoli.

L’importanza dei personaggi femminili viene ampliata anche con l’inserimento di una nuova protagonista: Gabby Gabby (Christina Hendricks), bambola parlante con un difetto di fabbricazione che “gestisce” un negozio di antiquariato insieme ad un inquietante esercito di marionette da ventriloquo. Inizialmente sembra una classica villan, dispotica e disposta a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Al suo personaggio, infatti, è legata la parentesi horror del film, che mescola spesso registri e toni differenti. Ma ben presto si scoprirà che anche lei desidera solamente quello che vorrebbero tutti i giocattoli: appartenere a qualcuno e farlo felice.Alle altre new entry del film, i peluche Ducky (Keegan-Michael Key) e Bunny (Jordan Peele) e lo “stunt-man” Duke Caboom (Keanu Reeves) è affidato invece il compito di reggere la parte comica della narrazione.

Anche il quarto capitolo della saga, quindi, diviene un perfetto film corale, poiché nel mondo dei giocattoli non esistono protagonisti, ma tanti piccoli eroi pronti a donare un sorriso al proprio bambino. Allo stesso tempo, però, la storia si concentra sul personaggio di Woody. Solo separato dal microcosmo in cui si è sempre sentito protetto e utile il cowboy può trovare il proprio posto nel mondo dopo l’allontanamento di Andy. Nel corso delle rocambolesche avventure che affronterà durante la pellicola riuscirà, grazie anche all’aiuto di Bo Peep, a comprendere che si può essere felici anche fuori dalla cameretta di un bambino. Il messaggio delle tre pellicole precedenti, quindi, viene completamente ribaltato e il giocattolo che aveva fatto della felicità altrui il suo motivo di vita riuscirà finalmente a pensare a sé stesso. E a concedersi una nuova esistenza in giro per il mondo, lontano dall’armadio in cui era stato relegato.

Dopo ben 24 anni, sapendolo finalmente  e nuovamente a “casa”, siamo pronti a dire ancora una volta – forse l’ultima – addio a Woody (per il pubblico italiano, un addio ancor più doloroso, a causa della scomparsa di Fabrizio Frizzi nel 2018, storico doppiatore del personaggio). Perchè, in fondo, chiunque ha diritto ad una seconda possibilità. Anche il giocattolo più restio a concedersela.